Italia: non solo Colosseo e Torre di Pisa Parliamo di Rossano, in Calabria, e altro

Italia: non solo Colosseo e Torre di Pisa Parliamo di Rossano, in Calabria, e altro

Come forse qualche lettore ricorda dai numeri precedenti, questa rubrica, “Italia: non solo Colosseo e Torre di Pisa”, vuole segnalare posti insoliti e poco conosciuti e anche manifestazioni della tradizione popolare. Non pretende di essere esaustiva o completa. Sono solo segnalazioni sparse e casuali, più che altro per suscitare la curiosità del lettore.

Parleremo questa volta di una cittadina calabrese, bellissima e ricca di storia: Rossano in provincia di Cosenza, in Calabria, oggi Comune Corigliano-Rossano, da quando, nell’ottobre 2017, con un referendum popolare le due cittadine decisero di riunirsi in un unico Comune. E’ detta anche Rossano la Bizantina e Rossano città del Codex.

Vale assolutamente la pena di visitarla, per i tanti luoghi unici che ha.

Se poi avete la fortuna, come io ho avuto, di essere accompagnati da guide esperte ed appassionate come i miei cari amici, Raffaele Senatore, anche titolare della famosa Cantina “Senatore Vini” a Cirò Marina, e Teresa Cicchetti, potrete “gustare” tutto con maggiore piacere.

Ricchissima è la storia di Rossano e molti i suoi importanti monumenti. Mi limiterò a dare le notizie essenziali, essendo impossibile qui esaurire l’argomento e invitando i lettori a documentarsi in proprio e a visitare la città.

E’ situata tra il Mar Jonio e la Sila, nella Piana di Sibari. Fondata nell’XI secolo a.C., fu sotto il dominio greco e poi romano, divenendo un importantissimo porto e prendendo il nome di Roscianum. Tra il 500 e il 1000 d.C., ebbe uno splendido periodo artistico e culturale sotto i Bizantini.

In seguito, è stata sotto il dominio dei Normanni e, in successione, degli Svevi, degli Angioini, degli Aragonesi e degli Spagnoli. Nel 1770, sono arrivati gli Austriaci e poi i Borbone, fino all’unità d’Italia nel 1861. Tutto questo succedersi di Popoli che l’hanno governata, ha fatto sì che Rossano sia, dal punto di vista culturale ed architettonico, un insieme unico e forse i suoi abitanti hanno acquisito il meglio delle varie anime che sono passate da lì.

A Rossano sono nati due Papi, Giovanni VII e l’Antipapa Giovanni XVI, e due Santi, San Bartolomeo il Giovane e San Nilo di Rossano.

Cominciamo a segnalare, senza esaurirne ovviamente tutta la loro storia, i monumenti principali.

Cattedrale di Maria Santissima Achiropita. Eretta nell’XI secolo e arricchita nei secoli successivi, ha una pianta a tre navate e tre absidi. E’ famosa per l’antica immagine della Madonna Archeropita, cioè non dipinta da mano umana, affresco datato intorno al VI secolo. Rappresenta la Madonna che ha sul braccio sinistro il Bambino, mentre protegge e guida Rossano ed i suoi abitanti. All’interno della sua sacrestia nel 1879 fu ritrovato il famoso Codex Purpureus Rossanensis.

Oratorio di San Marco. Risalente al IX-X secolo, sorge su uno sperone tufaceo. E’ un edificio bizantino, di forma quadrata e pianta a croce greca, con cinque cupole cilindriche. Ha affinità strutturali con la più famosa Cattolica di Stilo.

Chiesa della Panaghia. E’ del X secolo e così denominata in onore di “Maria Tutta Santa”. E’ un altro esempio di architettura religiosa bizantina.

Nei dintorni di Rossano, si trova l’Abbazia di Santa Maria del Patire. Fu Fondata intorno al 1095 dal monaco e sacerdote Bartolomeo di Simeri, è conosciuta con il nome di “Santa Maria del Patìr”, o semplicemente “Patire” (dal greco Patèr = padre). La chiesa è caratterizzata dall’antico pavimento a mosaico, solo in parte salvato, risalente al XII secolo.

Oltre ai tanti tesori artistici, non si può dimenticare la Liquirizia. Coltivata, raccolta e lavorata nell’azienda familiare dalla famiglia Amarelli. L’azienda è attiva a Rossano dal 1731, ma già nel Cinquecento la famiglia praticava questa attività. Consigliamo vivamente di visitare la fabbrica e il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli” (di esso parleremo più dettagliatamente in una prossima occasione).

Ma la cosa più importante e famosa custodita gelosamente a Rossano nel Museo Diocesano è il Codex Purpureus Rossaniensis.

E’ un Evangeliario greco miniato, che contiene tutto il Vangelo di Matteo, quasi tutto quello di Marco e una parte della lettera di Eusebio a Carpiano sulla concordanza dei Vangeli stessi.

E’ costituito da 188 fogli di finissima pergamena purpurea (il colore dell’imperatore). La scrittura utilizzata è la maiuscola biblica e il testo è su due colonne di 20 righe in ciascuna pagina, le prime tre sono scritte con inchiostro d’oro, mentre le altre sono in argento. Contiene anche 15 miniature: in 12 sono riprodotti episodi della vita di Cristo, una fa da titolo alle tavole dei canoni andate perdute, poi vi è il ritratto di Marco, che occupa l’intera pagina, e l’ultima è la cornice alla lettera di Eusebio a Carpiano.

È quindi mutilo, restando 188 fogli dei forse 400 originari (l’altra metà è andata probabilmente distrutta nel secolo XVII o XVIII in un incendio) e “adèspoto” (cioè senza nome del padrone) in quanto non conosciamo il nome o i nomi degli autori.

Il Codice è stato realizzato in uno dei centri di attività scrittoria di matrice bizantina. La sua datazione è circoscritta tra il V e il VI secolo.

Non si conosce il motivo del suo arrivo a Rossano, avvenuto probabilmente in seguito alla diffusione del bizantinismo in Calabria e nel Mezzogiorno d’Italia.

La presenza del Codice a Rossano è documentata dal 1831, secondo le annotazioni a penna di Scipione Camporota negli indici cartacei ad esso acclusi.

Il 9 Ottobre 2015 il Codex è stato riconosciuto Dall’UNESCO Patrimonio Universale dell’Umanità, nella categoria “Memory of the World”.

Si può poi visitare il magnifico castello il Castello di Corigliano Calabro, una fortezza di origine normanna risalente all’XI secolo. È stato definito come uno “fra i castelli più belli e meglio conservati esistenti nell’Italia meridionale”.

Altra visita da fare, in vicinanza di Rossano, è Sibari e il suo famoso sito archeologico.

Luigi Catizone