La Natività nella Storia dell’Arte Italiana

La Natività nella Storia dell’Arte Italiana

Con il termine di Natività si intende nella tradizione cristiana la rappresentazione in una grotta della Sacra Famiglia (la Vergine, San Giuseppe e il Bambino Gesù dentro ala mangiatoia, con il bue e l’asinello e, al tempo giusto, dei Re Magi).

Nelle Chiese e nelle famiglie cristiane vi è tuttora la tradizione di allestire per il periodo natalizio il Presepe, la rappresentazione appunto della Natività. Vi sono anche alcuni Presepi Viventi, nei quali i vari personaggi sono reali, interpretati da persone comuni, debitamente addobbate.

L’Arte Italiana, in particolare quella del Rinascimento, ha molto utilizzato questo soggetto. Anche fuori dall’Italia molti sono state le opere che si sono richiamati alla devozione della Sacra Famiglia e della Natività.

Viene considerata come prima rappresentazione della Natività quella trovata nelle Catacombe di Priscilla a Roma e risalente al III secolo. Nella sua semplicità, è rappresentata la Madonna, con in braccio Gesù Bambino, e una figura, che si ritiene essere un Profeta, che indica probabilmente una stella. E’ una forte espressione della fede dei primi Cristiani.

Qui di seguito vogliamo riportare una carrellata di alcune tra le più belle immagini che artisti molto famosi ci hanno lasciato.

 

Giotto: Natività di Gesù

E’ un affresco di 200×185 cm, databile tra il 1303 e il 1305. Fa parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni, a Padova, È compresa nelle Storie di Gesù nella parete destra guardando verso l’altare.

Centrale è la Vergine sdraiata accanto a Gesù, mentre San Giuseppe è rappresentato in disparte, quasi addormentato, in basso, quasi ad evidenziare il suo ruolo non attivo nella procreazione.

 

Beato Angelico: Adorazione del Bambino

E’ un affresco di 193×164,5 cm, datato 1440-1441. Era stato realizzato per decorare le stanze del Convento di San Marco a Firenze, dove è ancora conservato.

Questa Natività ha al centro il Bambino posto su un letto di paglia, circondato da quattro figure adoranti: le due più vicine a Gesù sono Maria e San Giuseppe, mentre all’esterno sono rappresentati Santa Caterina d’Alessandria e San Pietro Martire. Sullo sfondo, vi è la mangiatoia con il bue e l’asinello, sormontata dalle figure di quattro Angeli.

 

Filippo Lippi: Natività con San Giorgio e San Vincenzo Ferrer 

Datato tra il 1455 e il 1466, è una tempera su tavola (146,5×153,5 cm). L’opera, originariamente nella chiesa di San Domenico di Prato, è oggi conservata nel Museo Civico della stessa città toscana. Nella parte centrale è posto Gesù che tende le braccia verso Maria, mentre Giuseppe e dietro di lui. A sinistra, c’è San Giorgio che prega e a destra San Vincenzo Ferrer (canonizzato nel 1455 e importante figura per i Domenicani) che ha la visione del Bambino in una “mandorla” di luce sulla destra. Sullo sfondo, accanto alla capanna, si notano due pastori e alcuni angeli.

 

Leonardo da Vinci: l’Adorazione dei Magi (dipinto incompiuto)

E’ un olio su tavola e tempera grassa, conservato nella Galleria degli Uffizi, realizzato tra il 1481 e il 1482.

I monaci di San Donato a Scopeto commissionarono l’opera a Leonardo, che fece anche vari disegni preparatori, tuttora conservati in parte agli Uffizi e in parte al Louvre. In particolare studiava la posizione della Madonna e la zuffa dei cavalli che è abbozzata in alto a destra.  Nel 1481, Leonardo partiva però per Milano, lasciando l’opera incompiuta.

 

Piero della Francesca: Natività

Datato tra il 1470 e il 1475, è un olio su tavola, di 124,4×122,6 cm, e si trova nella National Gallery di Londra. Si vede la Vergine Maria in ginocchio ed in preghiera e al centro il Bambino che riposa su un lembo della veste blu della Madre. Sullo sfondo vi sono cinque Angeli musicisti che suonano e cantano in onore di Gesù. Sulla destra, seduto, si vede San Giuseppe in abito scuro e con un mantello rosso, con le gambe accavallate, che parla con due persone che sono forse dei pastori. Sotto la tettoia, si nota il bue mansueto e l’asinello che raglia, quasi volesse partecipare al coro deli Angeli inneggianti a Gesù. La gazza sulla tettoia vorrebbe simboleggiare la follia umana che poi crocifiggerà Gesù.

 

Sandro Botticelli: Natività mistica

E’ un dipinto ad olio su tela di 108,5×75 cm, conservato nella National Gallery di Londra. Appartiene alla fase finale della vita artistica dell’autore e datato 1501, l’unica firmata e datata dall’autore. E’ un’opera ricca di personaggi liberamente disposti e dai colori brillanti. Al centro è posta la grotta, circondata da alberi ad alto fusto, con la Sacra Famiglia, circondata da Angeli che accompagnano i tre Re Magi. Nella metà inferiore si vedono degli Angeli, che baciano ed abbracciano dei personaggi virtuosi, e alcuni diavoletti che fuggono e si trafiggono con i loro stessi forconi, cadendo nella profondità del suolo.

Sulla grotta ci sono tre Angeli che incarnano le Virtù teologali: la Fede in bianco, la Carità in rosso e la Speranza in Verde.

Nella parte superiore è dipinta una immagine di aureo Paradiso con dodici Angeli danzanti tenendosi per mano.

 

Giorgione: Adorazione dei Pastori o Natività Allendale

E’ un olio su tavola di 90,8x 110,5 cm, datato 1500-1505, e si trova nella National Gallery di Washington.

La denominazione “Allendale, deriva dal nome degli antichi proprietari.

L’opera nella sua parte destra rappresenta la grotta dove è nato Gesù che ora è adagiato per terra, su un panno bianco e come cuscini ha dei sassi. Maria e Giuseppe sono inginocchiati e adoranti, così come fanno i due pastori, riconoscendo per primi la divinità del Bambino. Anche qui si vedono il bue e l’asinello affacciarsi dalla grotta. A sinistra vi è un paesaggio semplice, con alberi, una torre e delle case, prati e una strada serpeggiante, tutto vorrebbe rappresentare la quotidianità umana.

 

Andrea Mantegna: Adorazione dei pastori

L’opera è una tempera su tavola, di piccolo formato (40×55,6 cm), forse commissionata da Borso Este in occasione del soggiorno dell’artista a Ferrara nel 1450-1451. La scena è all’aperto, con la Madonna inginocchiata che adora il Bambino, mentre a sinistra san Giuseppe dorme e a destra due pastori si piegano devoti. Gesù è raffigurato di scorcio, un tipo di veduta virtuosistica che ricorre nella produzione di Mantegna. A sinistra vi è un giardino recintato (detto hortus conclusus) che simboleggia la verginità di Maria. Sulla destra, un ampio paesaggio.

 

Caravaggio: Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi

Non è più possibile ammirare quest’opera che è stata rubata nel 1969 dall’Oratorio di San Lorenza di Palermo, dove era custodita. E’ databile 1600 o 1609, è un olio su tela di 298×197 cm. Grazie al gioco di luci ed ombre tipico del Caravaggio, vengono ritratte le figure sacre e profane con molto realismo. I personaggi hanno un aspetto molto terreno, in particolare Maria appare in tutta la sua umanità, proprio come una donna stanca per il parto avvenuto da poco.

 

Tiziano – La Sacra Famiglia con un Pastore

Olio su tela di 99×137 cm, databile intorno al 1510, è conservata nella National Gallery di Londra. Scena semplice, ma molto bella con Maria che offre il Bambino all’adorazione del giovane pastore di profilo. Molto belli gli ampi drappeggi della veste rossa e del mantello blu di Maria. In fondo a destra, si nota la grotta con il bue e l’asinello e con dei pastori.

 

Ricordiamo anche Jacopo Tintoretto: Adorazione dei pastori (realizzata con tecnica ad olio su tela nel 1578 – 1581, misura 542 x 455 cm, custodita nella Scuola di San Rocco a Venezia) e Lorenzo Lotto: La Natività (dipinta nel 1523, è una tavola di 46×36 cm, fatta tra il 1512 e il 1525 e conservata nella National Gallery of Art di Washington).

Luigi Catizone