Ravenna: una visita nella storia

Ravenna: una visita nella storia

La visita di Ravenna, con le sue Basiliche ricche di splendidi e unici mosaici, i suoi palazzi e gli storici monumenti, è una emozione che arricchisce culturalmente e spiritualmente.

Ravenna, “la città del Silenzio e del Mosaico”, costruita ai bordi dell’Adriatico, ha le basiliche ricche di splendidi mosaici: San Vitale, Sant’Apollinare in Classe e Sant’Apollinare Nuovo, Sant’Agata, San Giovanni Evangelista e, nei dintorni, le pievi anteriori all’anno 1000, conosciute come ”antiche chiese”.

Nel suo centro, custodisce l’incantevole mausoleo di Galla Placidia; il Battistero degli Ariani e quello Neoniano; la Cappella Arcivescovile; la tomba di Dante; la preziosa biblioteca camaldolese detta Classense. Nella sua antica cinta muraria, si erge il mausoleo di Re Teodorico, la basilica di Sant’Apollinare in Classe e tanto altro.

Basterebbe quanto abbiamo sommariamente enumerato per consigliare una visita accurata della città.

Alcuni storici attribuiscono l’incerta l’origine di Ravenna ai Pelasgi (antico popolo Egeo, citato anche da Omero nell’Iliade); altri, con maggior probabilità, l’attribuiscono agli Umbri. Successivamente, altri popoli si insediarono in quel territorio: gli Etruschi, i Galli e i Romani. Esisteva a Ravenna una scuola di gladiatori e lo stesso Giulio Cesare vi sostò con le sue legioni e da lì partì per assumere il governo dell’impero romano, attraversando il fiume Rubicone, dove pronunciò la famosa frase “alea iacta est” (il dado è tratto).

L’imperatore Augusto la dotò del grande porto militare di Classe (una sorta di odierna base militare), utile anche per i commerci col Medio Oriente. L’esistenza di questa struttura comportò la costruzione di alloggiamenti, strade, acquedotto, luoghi per la Fede e i divertimenti.

Oggi quel porto è attivo ed è al servizio delle industrie, dei commerci e delle crociere turistiche.

La tomba di Dante Alighieri

L’importanza di Ravenna iniziò quando l’imperatore Onorio (402 d.C.) la scelse come Capitale dell’Impero Romano d’Occidente, per la sicurezza dei suoi confini, grazie al mare e alle paludi che la circondavano. Con la caduta dell’impero romano arrivarono le popolazioni barbare.

Odoacre, re degli Eruli, scelse Ravenna come capitale del regno. Fu sconfitto e ucciso da Teodorico, re degli Ostrogoti, che la confermò sua capitale e, successivamente, la città passò all’Esarcato Bizantino.

Fu con Teodorico e l’imperatore Giustiniano che Ravenna si arricchì di quei monumenti che oggi affascinano i visitatori.

La decadenza e la conclusione del grande ciclo storico, iniziò nella seconda metà del 700, con l’occupazione dei Longobardi.

Iniziarono poi le dominazioni degli arcivescovi, le lotte feudali, le signorie prima dei Traversari e poi dei da Polenta. Da questa famiglia discendeva Francesca, la sfortunata fanciulla cantata da Dante nello struggente V canto della “Divina Commedia”. Novello da Polenta ospitò l’esule Dante Alighieri, che qui terminò il suo capolavoro e morì nel 1321.

Mosaico dell’Abside di san Vitale.

Ravenna ha il tragico primato dell’uso dei cannoni, impiegati per la prima volta in una guerra in campo aperto. Avvenne il giorno di Pasqua del 1512, durante la famosa battaglia di Ravenna, combattuta dagli eserciti di Spagna e dello Stato della Chiesa, contro l’esercito di Francia e del ducato d’Este.

I bei palazzi del 1700 che ancora oggi si ammirano in città, sono di antiche e potenti famiglie, fra le quali i Rasponi e i Guiccioli. Alessandro Guiccioli ospitò, nel 1819, il poeta inglese Lord Byron e il suo amico Shelley.

Ravenna protesse la fuga di Garibaldi e fu teatro della morte, nella suggestiva pineta ravennate, della moglie Anita.

Nei dintorni si trovano resti di belle ville romane con pavimentazioni in mosaico policromo, antiche pievi, palazzi baronali ed una apprezzata gastronomia.

Ravenna ha anche una felice collocazione geografica. Nel raggio di 120 Km, si possono visitare Venezia, Firenze, la capitale della ceramiche, Faenza (per lei “faience” sta per ceramica), Rimini, capitale del divertimento, Bologna, dotta e grassa per la sua università e la sua gastronomia e infine la rinascimentale Ferrara.

Maurizio Fusaroli (Ravennate di adozione e appassionato della città)