Macchine nella navata centrale, controllo gomme in quelle laterali, ufficio direzionale sull’altare maggiore: come è possibile?
Si tratta della realtà delle chiese sconsacrate o di altri spazi religiosi, quali ad esempio monasteri o conventi, che, dalla metà del secolo scorso ad oggi, sono stati trasformati e usati per finalità diverse da quelle liturgiche, quando non sono andati addirittura distrutti.
Manca un vero e proprio censimento sui numeri esatti, ma certamente si tratta di alcune centinaia di luoghi ex religiosi.
Allora “Dio non abita più qui?”
Sicuramente le vocazioni religiose diminuiscono, i fedeli sono in calo, i piccoli borghi spesso si spopolano, quindi tante chiese risultano abbandonate o neglette, ma ci può essere una nuova vita, una rinascita, anche se… la messa è finita.
Ecco allora qualche esempio di riutilizzo, alcuni virtuosi, altri forse meno…
Tra i virtuosi possiamo sicuramente annoverare l’ex Chiesa di San Teonisto, a Treviso, sede ora della Fondazione Benetton Studi e Ricerche e luogo di cultura in grado di ospitare eventi di respiro internazionale.
L’intervento di restauro, affidato all’architetto Tobia Scarpa, è stato complesso, ma l’edificio può ancora raccontare il suo passato, i bombardamenti del ‘44, il furto dei suoi arredi, la caduta nel precedente oblio, poi la rinascita.
Anche a Bologna, la mia città, l’ex Chiesa di Santa Lucia è diventata, dal 1988, la prestigiosa sede dell’Aula Magna dell’Università e questa nuova dimensione laica nulla toglie alla suggestione del luogo.
È una ex Chiesa con facciata incompleta e con mattoni a vista. Il suo interno è barocco e ancora oggi, pur nella sua nuova destinazione, conserva la cappella dedicata a S. Luigi Gonzaga, con un altare del 1763 ad opera di Alfonso Torreggiani.
Da quando nel 1873 la proprietà passò al Comune di Bologna divenne palestra e poi sede della prima squadra di pallacanestro della città e fino al 1944 rimase il tempio del basket bolognese, poi divenne sede dei laboratori dell’Istituto Aldini Valeriano, famoso per l’istruzione tecnica degli studenti cittadini.
Infine, dopo importanti restauri, eccola pronta per diventare, con solenne inaugurazione nel giugno 1988, la prestigiosa Aula Magna dell’ancor più prestigiosa Università di Bologna, la più antica del mondo! E quanti nostalgici ricordi circa le solenni aperture degli Anni Accademici, con le sfilate, nei loro ricchi mantelli variopinti, dei componenti il Senato Accademico, guardati con occhio ammirato e riverente da noi studenti, altrimenti trepidanti davanti a loro in sede di esame…
E ancora, qui si celebrarono momenti indimenticabili quando furono concesse le varie Lauree Honoris Causa ad alcuni tra i più eminenti rappresentanti delle attività umane, da Santa Maria Teresa di Calcutta a Nelson Mandela, da Pietro Barilla ad Enzo Ferrari, da Giovanna Maria Crespi a Mario Draghi…
Sempre a Bologna, meritano un cenno le ex Chiese di S. Colombano e di S. Giorgio in Poggiale.
La prima, un antico complesso monastico, è oggi sede di una importantissima collezione di strumenti musicali antichi che il Maestro Luigi Ferdinando Tagliavini ha donato alla città. Sono 70 pezzi, restaurati e “sonanti” e lo posso garantire di persona, avendo assistito a vari concerti tenuti nell’Oratorio del Complesso: un’emozione intensa e da annoverare tra i miei bei ricordi della mia vita bolognese…
Nella collezione ci sono clavicordi, organi, clavicembali, spinette, pianoforti e strumenti a fiato e della tradizione popolare tra i secoli XVI e XIX.
All’interno della Chiesa c’è L’Oratorio di S. Colombano con un importante ciclo di affreschi del’600, attribuiti ad allievi di importanti pittori, quali Ludovico Carracci, Guido Reni, Francesco Albani.
L’altra Chiesa sconsacrata, quella di S. Giorgio in Poggiale, è del ‘500 e dal 2009 ospita la Biblioteca d’Arte e Storia che comprende l’ampio patrimonio librario della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna ed ospita anche opere d’arte contemporanea: così le Banche nobilitano le loro attività.
Ma riprendendo il viaggio tra gli ex istituti di culto, ecco che a Genova la ex Chiesa di Santa Sabina, del 1036, è stata dapprima deposito, poi garage ed infine, dal 1985, è una Filiale della Banca Carige (una bella commistione di sacro e profano!).
A Milano possiamo ancora ricordare l’ex Chiesa di San Sisto che ospita oggi il Museo-Studio dell’artista siciliano Francesco Messina; la Chiesa di San Paolo Converso, del ‘500, che vede a più riprese installazioni di arte contemporanea o, ancora, la ex Chiesa dei Santi Teresa e Giuseppe, divenuta ora una Biblioteca Multimediale.
Venezia vanta forse un primato se, come da uno studio dell’Istituto Universitario di architettura, sono oltre 30 le chiese in attesa di una loro ridefinizione, mentre le chiese della Croce alla Giudecca e di S. Gregorio ospiteranno Gallerie e un Museo di Arte Orientale, considerata l’importanza nei secoli di Venezia come ponte tra Oriente ed Occidente.
Se poi scendiamo a Roma, un Oratorio medioevale, da falegnameria, è stato riabilitato come galleria d’arte e infine un cenno sull’ex Chiesa di Santa Maria Annunziata del Gonfalone: ospita oggi il Coro polifonico romano che presenta un importante programma di concerti.
Andando ancora più a sud, per ora in un tour virtuale, ma che potrebbe divenire una occasione di viaggio in un prossimo futuro no-covid (come lo speriamo!), eccoci a Napoli. Qui, una piccola Chiesa del secolo scorso, dedicata alla Madre della Divina Grazia, abbandonata da decenni, è stata recuperata come elegante libreria antiquaria il cui gestore afferma che ogni mattina, quando entra, ”rimane sempre meravigliato da tanta bellezza!”
Tra gli esempi invece più frivoli, chiamiamoli così, possiamo ammirare il sontuoso Gattopardo Caffè a Milano. Inaugurato nel 2001, occupa gli spazi imponenti della Chieda S. Giuseppe della Pace, costruita nel 1930 e sconsacrata negli anni 70.
A Cuneo, invece, si veda la Chiesa S. Donato a Barbaresco, divenuta oggi sede dell’Enoteca Regionale del Barbaresco: non vin santo, ma certo nettare pregiato.
Infine concludiamo con Trapani, Sicilia, dove si è da poco concluso il restauro dell’antico Oratorio di S. Rocco, il Santo protettore dalla peste. Dopo 150 anni di oblio e di varie vicende che hanno visto lo spazio religioso diventare Ufficio postale, Ufficio di Igiene e Profilassi, sede di vari Istituti Scolastici, fu chiuso e dimenticato fino alla recente riapertura come spazio culturale (ancora una volta), specie per i giovani.
In questa breve carrellata colpisce la correlazione tra l’essere edificio di fede prima, e di cultura poi, forse perché, come dice Don Liborio, direttore dell’Oratorio S. Rocco a Trapani,” fede, arte e cultura, sono un cantiere sempre aperto in un processo di rigenerazione urbana e spirituale in continua trasformazione”
“Allora… Dio non è morto, sta solo cambiando casa.”
Comunque, se è vero che tutto il mondo è paese, questa realtà è mondiale e anche a due passi da Canberra c’è un esempio di tale riciclo: per l’esattezza un vecchio convento è ora adibito a suggestiva abitazione privata… chi lo riconosce nella foto qui accanto? E’ a Bungendore (NSW).
Sandra Zucchini Catizone