Antiche farmacie italiane

Antiche farmacie italiane

Alambicchi, distillatori, ampolle, erbari, albarelli, mortai, pestelli, calderoni, bilancine, storte, torchi, spatole, vasi, boccali, teche, vetri di Boemia molati a mano, targhette a smalto con scritte in latino…no, non siamo nell’antro di uno stregone, ma nell’Officina di una antica Farmacia o Spezieria dove si vendevano appunto spezie varie, tra cui, ad esempio, muschio della Cina, cannella, chiodi di garofano, curcuma, incenso, pepe, piante orientali ed officinali, argille, mercurio ed altri minerali, ma anche lassativi e veleni, molto richiesti!

Comunque oltre alle spezie che servivano per preparare medicinali, spesso dalla dubbia efficacia, i Maestri producevano pure profumi, tinture per capelli o per pelli, sbiancanti per i denti, cere varie per le candele, sapone, carta per scrivere e inchiostro, colori per tintori o pittori.

Le erbe e le spezie servivano poi anche per scopi alimentari, così si preparavano anche dolci particolari, molto ricchi, come i biricucoli o il panforte.

Insomma, le spezierie erano un mix tra farmacia, profumeria, pasticceria, drogheria, mesticheria, simili per la verità alle moderne farmacie-supermarket o drugstores.

Inoltre spesso esponevano al soffitto varie meraviglie naturali, allora sconosciute nel mondo occidentale, quali coccodrilli, pesci palla, carapaci di enormi tartarughe marine, per cui tanti pellegrini o visitatori entravano anche solo per ammirare queste novità.

Già dall’anno 1000 gli Speziali divennero sempre più autonomi rispetto ai medici, finché, con Federico II di Svevia, ebbero riconosciuta la piena autonomia professionale e la loro Arte fu una delle sette Arti maggiori in Firenze (associazioni che riunivano i Maestri di taluni mestieri), riconosciute con statuto già dal 1266. Per inciso, Dante era iscritto proprio all’Arte dei Medici e Speziali….

Spesso l’origine delle antiche farmacie è monastica, poiché entro i chiostri dei conventi si coltivavano i giardini dei semplici, per indicare le singole piante e le loro caratteristiche utili per comporre i medicamenti, o i giardini di erbe mediche, tra cui santoreggia, rosa, giglio, salvia, rosmarino, tanaceto, finocchio, aglio…

Tra i monaci speziali si distinsero in particolare i Frati Gerolomini, un ordine del 1367, o ‘Frati delle acque’, per la loro produzione di acque ‘SPIRITOSE’, cioè amari ed elisir.

Ma famosi sono stati anche i Benedettini, i Cistercensi ed i Certosini, produttori della celebre bevanda Chartreuse.

In un recente viaggio un po’ nostalgico in Italia, sono andata a visitare alcune antiche Farmacie, diretta emanazione delle antiche officine dei conventi.

Esse sono spesso dei veri gioielli, e sono circa 400 quelle censite.

Farmacia dei Do San Marchi

Tra le  più antiche, del XIV sec,  la Farmacia del Canto delle Rondini, con decori in stile neogotico, a Firenze, e, sempre a Firenze, la stupenda Antica Farmacia di Santa Maria Novella, un tripudio di stucchi, legni dorati, motivi fantastici, ma soprattutto un’atmosfera indimenticabile che accompagna il visitatore nel percorso museale dell’Officina  Profumo-Farmaceutica, ancora oggi attiva, grazie al lavoro ed ai prodotti dei frati nei secoli scorsi, e dove da sempre si sono mescolati profumi e medicine, tanto che i prodotti vengono oggi commercializzati ovunque nel mondo, dalla Russia, all’Australia, al Giappone, Indonesia, America…

Poi ancora la Farmacia ai DO San Marchi, a Venezia, la Mazzolini Giuseppucci di Fabriano, gioiello di ebanisteria fin de siècle, la Farmacia Betti a Bagni di Lucca, che dal ‘700 è della stessa famiglia, o la Farmacia Picciola a Trieste.

Ma non posso dimenticare il fascino e la suggestione dell’Antica Farmacia di Camaldoli, annessa al Sacro Eremo, tra le foreste casentinesi, al confine tra le regioni Emilia-Romagna e Toscana, la cui storia come Spezieria risale addirittura all’XI secolo. Ancora oggi gli scaffali in legno e le ampolle e fiasche in varie dimensioni raccontano della produzione della Triaca, un antidoto contro ogni veleno o del balsamo vulnerario, un cerotto per rimarginare le ferite…

E ancora ricordo come luogo del cuore un altro gioiellino, nascosto in una valle ridente del Trentino, la Val di Ledro, per l’esattezza a Pieve di Ledro (provincia di Trento), sopra il più famoso Lago di Garda, la Farmacia Foletto, dal 1850 gestita dalla stessa famiglia. L’attività del suo laboratorio è varia, ed oltre agli preparazione di unguenti, pomate e medicamenti, si allarga alla produzione di sciroppi e liquori con prodotti locali, tra cui degno di nota è il liquore Picco Rosso, prodotto dal 1940 con fragole e lamponi di montagna in alcool puro: il risultato è una sferzata di calore ed energia che annulla, sul momento, ogni fatica!

Finisce qui questa breve carrellata sulle antiche farmacie, ma mi accorgo ora che questo filone potrebbe essere un interessante spunto di viaggio, per scoprire in ogni città o paesino, qualche tesoro nascosto, tra i tanti tesori del mio Paese.

Sandra Zucchini Catizone