Musei tattili

Musei tattili

Entrare in un Museo è sempre una esperienza memorabile. Sono luoghi dove ci si sente vicini alle passate generazioni e si può osservare l’evoluzione dell’ingegno umano.

Il materiale raccolto ed ordinato a seconda dei vari temi, deve essere conservato e trattato con la massima cura. Proprio per tale motivo non è possibile avvicinarsi troppo alle opere o agli oggetti esposti, tanto che spesso ci sono degli allarmi elettronici o delle lastre di vetro che impediscono che qualche imprudente produca qualche danno, anche involontariamente.

Vale la vecchia frase “guardare e non toccare”.

Se tutti i musei sono accessibili alle persone con problemi di mobilità, spesso riservando loro percorsi riservati, gli ipovedenti o i ciechi sono invece esclusi dal godimento delle opere, a causa della loro menomazione.

Proprio per superare questa grave discriminazione, sono nati i Musei tattili, detti anche Musei tiflologici*.

Essi sono luoghi dove vi è libero accesso all’arte ed alla cultura anche per coloro che hanno problemi di vista. Vi sono molte opere riprodotte in copie, praticamente identiche alle originali e se necessario in miniatura, che possono essere liberamente toccate da tutti. Questo consente quindi di rendersi conto delle forme e delle proporzioni grazie al tatto. Anche le principali opere pittoriche sono spesso riprodotte in maniera tridimensionale, consentendo così di “vedere” le immagini del dipinto. Alcuni Musei contengono anche opere create da artisti ciechi.

Nei Musei Tattili tutto è pensato per facilitare l’accesso alle collezioni: informazioni scritte in braille, cartine di orientamento in rilievo, sistemi tattili e sonori, guide specializzate.

Il primo Museo Tattile venne aperto a Madrid nel 1992 dall’Organizzazione Nazionale dei Ciechi Spagnoli (ONCE).

Il primo in Italia è stato il Museo Tattile Omero di Ancona, nato nel 1993, grazie all’Unione Italiana Ciechi e alla Regione Marche. Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale delle Marche.

L’idea di un museo tattile nacque nel 1985, dai coniugi non vedenti Aldo Grassini e Daniela Bottegon.

Aldo Grassini e Daniela Bottegon


«Io e mia moglie, da viaggiatori appassionati, ci siamo dovuti scontrare sovente con gli assurdi divieti che in tutti i musei vengono posti: ‘Non si può toccare!’, che riferito ad un cieco è come dire ad un vedente di non poter guardare. Da questa esasperazione è nata l’idea di mia moglie, che ho subito colto al volo, di raccogliere in un luogo le riproduzioni dei grandi capolavori dell’arte in modo da consentire anche ai ciechi di poterle conoscere e di godere della bellezza dei capolavori del genio umano. Così è nata l’idea del Museo Omero: l’uovo di colombo, una cosa, in fondo, semplicissima, quasi ovvia. Siamo stati, forse, i primi al mondo a pensare questa cosa o, i primi a farla. Comunque sia nel 1993 è nato il Museo Omero e da allora abbiamo portato avanti questo impegno, che, nato come museo comunale, grazie ad un finanziamento della regione, è stato riconosciuto come museo statale ed ora è una realtà»
«Io e mia moglie, da viaggiatori appassionati, ci siamo dovuti scontrare sovente con gli assurdi divieti che in tutti i musei vengono posti: ‘Non si può toccare!’, che riferito ad un cieco è come dire ad un vedente di non poter guardare. Da questa esasperazione è nata l’idea di mia moglie, che ho subito colto al volo, di raccogliere in un luogo le riproduzioni dei grandi capolavori dell’arte,

Aldo Grassini è un personaggio poliedrico, laureato in filosofia all’università di Bologna nel 1966, ha insegnato per 37 anni Storia e Filosofia nelle scuole superiori. Oltre ad aver creato, insieme alla moglie Daniela Bottegoni, il Museo Tattile Statale Omero di Ancona, è fondatore dell’associazione “Amici della lirica” di Ancona ed è tra i promotori del Tribunale per i Diritti del Malato di Ancona. Ha anche partecipato attivamente alla vita politica della città ricoprendo la carica di Consigliere per tre mandati. Da 40 anni si occupa dei non vedenti e nell’ambito della Unione Italiana Ciechi ha ricoperto anche cariche a livello nazionale.  E’ anche Esperantista e Presidente della Lega Internazionale dei Ciechi Esperantisti.
Innumerevoli sono le pubblicazioni in giornali e riviste, nonché le sue partecipazioni a convegni, seminari e corsi di formazione.

La collezione include modelli architettonici e copie di sculture in gesso e vetroresina, reperti archeologici e sculture originali di artisti contemporanei. L’intera collezione è accessibile e fruibile in maniera tattile: sono infatti presenti descrizioni in Braille e pedane mobili per l’esplorazione delle parti più alte delle sculture.Quello di Ancona è stato inaugurato il 2 dicembre 1993 come Museo comunale nella sede di via Tiziano 50, in un’ala della scuola media Donatello, dove rimase per 19 anni. Nel 2009 divenne Museo statale e nell’estate del 2012 è stato trasferito nella sua prestigiosa sede definitiva, al Lazzaretto di Ancona, detto anche Mole Vanvitelliana, perché progettata dall’architetto Luigi Vanvitelli (1700 – 1773), padre anche della Reggia di Caserta.

E’ diviso in varie sale: arte greco-romana, arte romanico-gotica, arte rinascimentale e arte contemporanea. In esse sono riprodotti vari capolavori. Ricordiamo, tra i molti, la Nike di Samotracia, il Discobolo, la Venere di Milo, Piazza dei Miracoli di Pisa, il Campanile di Giotto e il Duomo di Firenze, la Basilica di San Pietro, il David di Donatello, la Pietà e il Mosè di Michelangelo.  Una sezione ospita sculture originali di arte contemporanea realizzate da artisti italiani e internazionali dell’area figurativa e informale (ricordiamo Giorgio De Chirico, Arnaldo Pomodoro, Pietro Annigoni, Francesco Messina e molti altri).

Il Museo ha anche una sezione itinerante, chiamata Bello e Accessibile, per esportare e offrire un contatto multisensoriale all’arte in altri contesti culturali, diffondendo l’idea di una cultura senza barriere.

In seguito all’iniziativa del Museo Tattile Omero di Ancona, molti altri Musei italiani simili sono nati o hanno dedicato delle apposite sezioni alla visita tattile degli ipovedenti o ciechi.

Ricordiamo il Museo Tattile di Varese, che ospita una collezione di modelli tattili in legno che riproducono aspetti del paesaggio, dell’architettura, dall’arte, dell’archeologia, del design.

Interessante è il Museo Tattile Anteros di Bologna, che espone una collezione di traduzioni tridimensionali in bassorilievo di celebri dipinti compresi tra Medioevo ed Età Moderna, con particolare attenzione alla pittura rinascimentale.

Originale è il Museo Tattile “Borges” all’interno del Polo Tattile Multimediale di Catania che, ospitato in un palazzo del 1700, espone, oltre a molte importanti opere in miniatura di artisti rinascimentali e moderni, anche i plastici dei Templi di Agrigento, del vulcano Etna e di tanti altri monumenti siciliani che aumentano di anno in anno.

Vanno ancora ricordati il Museo Egizio di Torino e il Museo di Capodimonte di Napoli, molto attivi nel favorire il godimento dei loro capolavori anche agli ipovedenti e ai ciechi.

In tutti questi Musei vengono anche organizzate visite per normovedenti bendati, che possono così rendersi conto della condizione di coloro che hanno severi problemi di vista.

Concludo segnalando una iniziativa particolarmente interessante del Museo Tattile Omero: vi è una ampia sezione dedicata alle opere di artisti, per lo più scultori, non vedenti. Sembra quasi impossibile che un non vedente possa realizzare un’opera scultorea, in particolare rifare opere di grandi artisti del passato.

Per meglio rendervi conto di questa realtà, vi suggerisco di visitare il sito di Felice Tagliaferri di Macerone (Cesena) (felicetagliaferri.it | Sito dello scultore non vedente Felice Tagliaferri), nel quale sono tra l’altro presenti molti video che mostrano l’artista al lavoro e nella sua quotidianità. L’artista, poco più che cinquantenne, perse la vista all’età di 14 anni.

Infine vi consiglio vivamente un bellissimo documentario andato in onda sulla RAI, la Radiotelevisione italiana, qualche tempo fa e dedicato proprio a Felice Tagliaferri https://www.raiplay.it/video/2020/12/Che-ci-faccio-qui—La-forma-delle-cose—21-12-2020-4d4fd607-7363-491e-bbcb-9eb5884b3a8c.htmlLa foto mostra il rifacimento, ad opera del Tagliaferri, del Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino e che si trova nella Cappella Sansevero a Napoli. Felice ha chiamato la sua opera “Cristo Rivelato”, con il doppio significato di “velato per la seconda volta” e “svelato ai non vedenti”.

* Tiflologìa è lo studio delle condizioni di vita delle persone cieche e in particolare dei problemi educativi relativi al loro inserimento nella vita sociale e del lavoro.

Luigi Catizone