ARTEMISIA GENTILESCHI ALLA NATIONAL GALLERY DI LONDRA

ARTEMISIA GENTILESCHI ALLA NATIONAL GALLERY DI LONDRA

Una grande mostra monografica di Artemisia Gentileschi è stata inaugurata il 2 Ottobre 2020 alla National Gallery di Londra, dopo averne rimandato, a causa della pandemia, l’avvio previsto in un primo tempo per lo scorso Aprile. Resterà aperta fino al 24 Gennaio 2021. È la prima volta che il Regno Unito ospita questa Artista italiana. La mostra si intitola semplicemente “Artemisia” e riunisce 35 opere provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, coprendo tutta la sua carriera artistica. Artemisia Gentileschi era nata a Roma l’8 Luglio 1593, primogenita di 6 figli. Il padre Orazio era un discreto pittore e Artemisia fin da piccola dimostrò un grande talento e anche per questo il padre cominciò ad insegnarle tutti i segreti della tecnica pittorica. Purtroppo, presto perse la madre e dovette assumersi il peso della gestione quotidiana della famiglia, anche secondo le regole del tempo. La pittura a quel tempo era considerata una attività esclusivamente maschile, ma Artemisia continuava comunque ad interessarsi ad essa, pur costretta dentro le mura domestiche, osservando il lavoro del padre e seguendo i suoi insegnamenti La prima opera della pittrice, secondo la maggioranza degli studiosi, è Susanna e i vecchioni del 1610, nella quale sono visibili influssi caravaggeschi. Era quindi da considerarsi una Artista già esperta quando aveva meno di 20 anni di età. Affidata poi dal padre alla guida di Agostino Tassi, pittore esperto di prospettiva e trompe-l’oeil1 , ma che purtroppo era anche un incallito delinquente. Infatti, approfittando dell’assenza da Roma del padre di lei, le usò violenza carnale. Questa turpe azione causò ad Artemisia un enorme trauma anche psicologico. Ne seguì un lungo processo intentato da Artemisia e dal padre contro il Tassi, che si rivelò drammatico e molto umiliante per la giovane donna. Nel novembre 1612, il Tassi venne finalmente condannato, ma Artemisia non ebbe mai, agli occhi della gente, quella riabilitazione morale che meritava, portando per sempre i segni di quello che era considerato dai più un disonore, secondo la morale dell’epoca. Tale violenza lasciò un segno profondo nella personalità della fanciulla, che difese sempre le sue ragioni, contro tutte le regole e le convenzioni del suo tempo, e spesso la sua pittura è stata interpretata alla luce di questo trauma e le sue vicende di donna sono state spesso considerate dalle “femministe” come esempio di forza, resistenza alla violenza maschile e riscatto grazie al proprio talento ed al proprio lavoro. Si sposò, quasi come matrimonio riparatore, con Pierantonio Stiattesi, un modesto pittore, che la rese infelice, dilapidando buona parte dei suoi guadagni, ed ebbero 4 figli. Artemisia lasciò presto Roma alla volta di Firenze, dove iniziò a frequentare la Corte di Cosimo II dei Medici. Ebbe molte commissioni importanti e nel 1616 fu ammessa alla prestigiosa Accademia del Disegno di Firenze, prima donna ad avere ottenuto questo privilegio. Rientrò poi Roma per un breve periodo e si recò anche a Genova, dove conobbe Van Dick e Rubens, e a Venezia dal 1627 al 1630.

Nel 1630, si trasferì a Napoli, città che all’epoca mostrava un gran fermento artistico e culturale e vi rimase sino alla sua morte, avvenuta durante la peste nel 1656. Solo per un breve periodo, nel 1638, si allontanò da Napoli, per andare a Londra alla Corte di Carlo I, per collaborare con il padre Orazio alle decorazioni di un soffitto nella Casa delle Delizie della Regina Enrichetta Maria, a Greenwich. Artemisia Gentileschi durante la sua vita ha dovuto conquistarsi il suo spazio e la sua visibilità artistica in un ambiente dominato dai maschi, riuscendo comunque ad ottenere apprezzamenti da importanti committenti.

Dopo la sua morte, è stata poco apprezzata per secoli e spesso quasi esclusivamente come una “femminista” antesignana rispetto ai suoi tempi. Solo all’inizio del ‘900, grazie agli studi del grande critico d’arte Roberto Longhi, si iniziò a considerare Artemisia non solo come donna che aveva saputo trasportare sulla tela le conseguenze del trauma psicologico per la violenza subita, ma anche come Artista completa al pari e meglio di tanti colleghi maschi e tutti i critici iniziarono a valorizzarne i suoi reali meriti professionali e pittorici. Oggi le sue opere sono nei maggiori musei del mondo e nelle principali collezioni private. Questa mostra monografica suggella ancora una volta la grandezza di Artemisia Gentileschi come donna e come Artista.

Luigi Catizone