Due dolorose ricorrenze: La Giornata della Memoria e il Giorno del Ricordo

Due dolorose ricorrenze: La Giornata della Memoria e il Giorno del Ricordo

Tra gli episodi più dolorosi e terribili di tutto il Novecento ce ne sono due, che vengono ricordati tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio: la Shoah (27 gennaio) e i massacri delle Foibe (10 febbraio).

Si tratta di due eventi sotto molti aspetti simili, ma che presentano anche varie differenze.

La Shoah è il termine che indica il genocidio della razza ebraica messo in atto dalla Germania nazista guidata da Hitler. Furono circa 6 milioni le vittime di fede giudaica e si calcola che almeno due terzi degli ebrei europei vennero annientati. Nei campi di concentramento nazisti, non furono solo sterminati gli ebrei, ma anche oppositori politici, malati di mente, disabili, rom, sinti, testimoni di Geova, slavi e omosessuali: tutte categorie che secondo Hitler erano inferiori alla razza ariana.

Nel marzo del 1933, tre mesi dopo l’arrivo di Hitler al potere, venne aperto il campo di concentramento di Dachau, dove furono rinchiusi dapprima gli oppositori politici, ma presto anche tutte le altre categorie, soprattutto gli ebrei. Le azioni contro le cosiddette “razze inferiori” finirono solo il 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche liberarono il complesso di campi di concentramento che facevano capo ad Auschwitz. Proprio questa è stata la data scelta dall’Assemblea Generale delle Nazioni, per ricordare in tutto il mondo questa terribile pagina della storia del ‘900.

L’Italia, con la legge 211 del 20 luglio 2000, stabilisce che «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria“, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati» e invita tutta la Nazione a ricordare questi avvenimenti con cerimonie e incontri, soprattutto nelle scuole, per informare e mantenerne viva la memoria.

Tra i tantissimi luoghi al mondo dove questa immane tragedia viene ricordata, qui vogliamo segnalare il Memoriale della Shoah, un Museo alla stazione Centrale di Milano, inaugurato il 27 gennaio 2013 e al quale si accede da via Ferrante Aporti, ideato allo scopo di “realizzare un luogo di memoria e un luogo di dialogo e incontro tra religioni, etnie e culture diverse”.

Adiacente al Memoriale, c’è il “binario 21”, da dove, tra il dicembre 1943 e il gennaio 1945 partirono ventitré convogli con centinaia di ebrei, partigi

Il cosiddetto binario 21

ani e deportati politici, caricati su vagoni bestiame e diretti ai campi di Auschwitz–Birkenau, Mauthausen, Bergen-Belsen, Ravensbrück, Flossenbürg, viaggiando direttamente per la destinazione o transitando dal Campo di Fossoli, di Verona o di Bolzano.

Nell’atrio del Museo vi è un lungo muro, sul quale è incisa la scritta “INDIFFERENZA“, che secondo Liliana Segre (Senatrice a vita della Repubblica Italiana e sopravvissuta alla Shoah) è lo stato d’animo che ha favorito la tragedia.

La struttura ha anche la “Sala delle testimonianze”, riempita dalle voci dei sopravvissuti e il “Muro dei Nomi”, emblema del dramma della Shoah.

Con il termine Foibe si intendono invece gli eccidi ai danni della popolazione italiana dell’Istria che si verificarono tra il 1943 e il 1947 per mano dei partigiani jugoslavi. Pagine decisamente tragiche della nostra storia, a lungo rimaste nel silenzio. Le vittime di tale eccidio, gettate nelle foibe (grandi caverne verticali tipiche della regione carsica del Friuli Venezia Giulia e dell’Istria) o deportate nei campi di concentramento sloveni e croati, sono ad oggi stimate tra le 5 e le 10mila.

Le stragi delle foibe cominciarono l’8 settembre 1943, con l’annuncio dell’entrata in vigore dell’armistizio di Cassabile e terminarono il 10 febbraio 1947, giorno della firma dei trattati di pace di Parigi, che assegnarono alla Jugoslavia il Quarnaro, l’Istria e la maggior parte della Venezia Giulia, prima tutti territori appartenenti all’Italia.

La Senatrice Liliana Segre

Per ricordare questa immane tragedia, il 30 marzo del 2004, con la legge n. 92, è stato istituito il Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio di ogni anno ”al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. La ricorrenza è ricordata anche a Canberra per iniziativa della comunità giuliana.

Tra i tanti personaggi che hanno testimoniato la tragedia delle popolazioni istriane e delle foibe, ricordiamo Nino Benvenuti, nato a Isola d’Istria il 26 aprile 1938. E’ stato uno dei più grandi pugili italiani di tutti i tempi, campione olimpico e mondiale. Nel 1968, ha anche vinto il prestigioso premio di Fighter of the year, unico italiano ad aver conseguito tale riconoscimento.

Nella sua autobiografia a fumetti, Nino Benvenuti racconta il suo sogno, ma anche il dramma suo, della sua famiglia e degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia costretti all’esodo, per sfuggire alle terribili violenze, agli omicidi, e alle foibe da parte delle truppe comuniste jugoslave di Tito. E’ diventato il simbolo del riscatto del popolo istriano. “Ci sono storie che non si possono dimenticare. La mia è una di quelle. Di un popolo intero. Cacciato, umiliato, calpestato, strappato dalla propria terra senza che nessuno, dico nessuno, abbia alzato un dito per difenderlo. Di un popolo dimenticato, la cui storia è stata oscurata per anni, cancellata dai libri di storia, negata”.

Oggi, finalmente, con l’istituzione e la celebrazione ogni anno del Giorno del Ricordo si riconosce e si ricorda la tragedia del popolo istriano.

Queste due immani tragedie possono anche avere, agli occhi degli storici, motivazioni e svolgimenti diversi, ma la brutalità con cui gli eccidi della Shoah e delle Foibe sono stati realizzati è simile, in ambedue l’odio e l’orrore hanno avuto la meglio sull’Umanità che bisognerebbe sempre conservare.

E’ quindi sacrosanto fermarsi a riflettere e a ricordare.

Luigi Catizone