Everyday Resistance in Rural Tuscany, 1943-44

Everyday Resistance in Rural Tuscany, 1943-44

All’alba del 7 aprile 1944, il giorno di Venerdì Santo, i soldati tedeschi occuparono l’antico borgo di Monticchiello in Val d’Orcia, Toscana, costringendo tutti gli abitanti ad allinearsi lungo le antiche mura del paese.

Arturo Vignai, che all’epoca aveva soltanto dieci anni, stava osservando i soldati che preparavano le loro armi per fare una rappresaglia, dopo la lunga battaglia avvenuta nel paese un paio di giorni prima, quando una settantina di partigiani locali aveva sconfitto 240 soldati della milizia nazi-fascista. Due partigiani e una quarantina fascisti avevano perso la vita.

Ad un certo punto, il capitano uscì dal cancello delle mura, con a fianco una donna del luogo ed un prete. Il capitano, dopo avere conversato animatamente con la donna, urlò qualcosa ai soldati, che, senza aver nemmeno aver sparato un proiettile, abbandonarono Monticchiello.

Dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943, l’Italia centro-settentrionale fu occupata dalle forze tedesche. Nella confusione che seguì, molti soldati italiani entrarono nelle file delle formazioni partigiane, che causavano significativi problemi ai tedeschi.

Irma Richter Angheben

Il comandante in capo delle forze tedesche in Italia era il maresciallo Albert Kesselring. Sapeva che nella Toscana rurale il movimento di resistenza includeva non solo i partigiani ma anche le comunità locali. Tra aprile e settembre del 1944 le forze tedesche, aiutate dalle forze fasciste, compirono molti brutali massacri in Toscana, per smantellare il supporto che i contadini davano ai partigiani. Oltre 15.000 civili vennero uccisi, in maggioranza contadini.

Il caso di Monticchiello è unico. Perché Monticchiello è sfuggito al massacro? Il motivo potrebbe essere più chiaro se sapessimo qualcosa di più circa la donna che aveva parlato all’ufficiale tedesco.

Monticchiello, nel comune di Pienza, si trovava al centro della più grande tenuta a mezzadria della Val d’Orcia. Fin dalla fine del 1800 era appartenuto agli Anghebens, che provenivano dal comune di Sona, in provincia di Verona, ed erano di origine tedesca. La donna che quel giorno aveva parlato con l’ufficiale tedesco era Irma Richter Angheben, la moglie tedesca dell’erede della tenuta Monticchiello, Franco Angheben.

Irma Richter e Franco Angheben si erano sposati a Lipsia nel 1934, quando Hitler e il partito nazista ottennero il controllo totale della Germania. Tornati in Val d’Orcia nel 1935, si stabilirono nella villa di famiglia a Monticchiello. Negli anni ’30, Franco era stato un membro di spicco del partito fascista italiano.

In questa comunità, c’è sempre stata una lunga tradizione narrativa orale. Si dice che la donna avesse parlato all’ufficiale tedesco “della brava gente di Monticchiello che da sempre aveva sostenuto i fascisti e nessuno in paese sapeva dove i partigiani fossero andati al termine della battaglia tra i partigiani e i fascisti precedente al mancato massacro di Monticchiello. Nessuno aveva capito cosa Irma Angheben stesse dicendo, perché parlava tedesco.

Non conosciamo il nome dell’ufficiale tedesco o della sua unità. Alcuni dicono che fossero SS, altri che appartenevano alla Wehrmacht. Alcuni pensano che Irma conoscesse l’ufficiale e che provenissero dalla stessa cittadina in Germania, Muckenberg nel Baden-Wurttemberg. La famiglia però dice che Irma era nata a Muencheberg nel nord. Ma in nessuno di questi posti c’è traccia di lei. Altri dicono ancora che Irma e il capitano tedesco si fossero conosciuti a Lipsia. Non si sa nulla di preciso.

Tra tutte le incertezze di questa storia, quel che è certo è che Monticchiello fu risparmiato ad un destino brutale, per merito di un soldato tedesco che decise di non seguire gli ordini superiori, di una donna tedesca che poteva avere o meno dei collegamenti nazisti e di un prete locale.

È certo che in un momento così pericoloso, tutti e tre si stavano prendendo un serio rischio per salvare il villaggio.


Judith Pabian is in the final year of her doctoral research in History at The Australian National University. The relationship between active, armed resistance and the quieter, everyday resistance of rural Tuscan communities is a major focus of her work. She makes regular research trips to Tuscany and is affiliated with the Biblioteca Archivio Storico Piero Calamandrei in Montepulciano, where her mentor is the President of the Archive, la Signora Silvia Calamandrei. She has attended immersion courses and taken private lessons in Italian with the Il Sasso Language School in Montepulciano.


Judith Pabian

Dalla Conferenza tenuta il 7/3/2019

alla Dante Alighieri Society di Canberra