Galatina e il Salento: un viaggio nella leggenda dei Messapi

Galatina e il Salento: un viaggio nella leggenda dei Messapi

Galatina è città del Salento, antica terra dei Messapi, e mi fa piacere ricordare che un grandissimo contributo, alla storia del Salento messapico, è stato dato dall’équipe dell’Università di Sidney, guidata dal Prof. Jean-Paul Descoeudres il quale, nel corso di cinque anni di scavi sistematici (1987-1991), ha portato alla luce tre villaggi messapici, il primo risalente alla metà del XVI sec. a.C., il secondo al X sec.a C., il terzo intorno al 550 a.C.
I Messapi furono cavalieri provetti ed allevatori di cavalli ed ebbero una loro lingua, distinta dal greco che si andava imponendo nell’Italia meridionale (allora Magna Grecia). Tale lingua si trasformò poi nell’attuale lingua albanese, un idioma che non è né slavo, né greco, né neolatino e deriva appunto dall’antica lingua di origine illirica, sviluppata dai Messapi.
Famosa città messapica fu Soletum o Salentum o Sallentia, da molti identificata con l’attuale Soleto, piccolo comune vicino a Galatina, ed il primo nucleo abitativo di Galatina crebbe probabilmente all’ombra della Soleto messapica. Il primo documento storico che parla di Galatina è un atto notarile del 1178 in cui viene citato il “Casale Sancti Petri” in Galatina.

Si sa con certezza che nel Medioevo Galatina faceva parte della Contea di Soleto. In seguito, sotto la guida di Raimondello Orsini del Balzo, Galatina fece un salto di qualità e sopravanzò per importanza Soleto. Raimondello vi fece costruire nel 1391 la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria quale ex voto per essere tornato vittorioso dalla Palestina, portando con sé una reliquia della Santa.
Alla Chiesa di Santa Caterina, fu annesso un Convento dei Francescani ed un Ospedale, e ad entrambi furono fiera di bestiame di Santa Caterina per il 25 novembre di ogni anno. La fiera del bestiame cominciò ad attirare visitatori da ogni parte del Meridione ed assieme alla grande Basilica, al Convento ed all’Ospedale, fece di Galatina un centro importante. assegnate cospicue rendite. Fu infine fissato il mercato settimanale del giovedì e la grande Tra il 1459 e il 1463, il “sorpasso” di Galatina su Soleto, veniva certificato anche dai numeri: Galatina aveva circa 2.900 abitanti contro i circa 1.100 di Soleto.

Interno Basilica di Santa Caterina

Nel XIX° e nel XX° secolo Galatina si giovò di un’intensa attività culturale, dovuta per lo più agli ordini religiosi, in particolare quello degli Scolopi che verso la fine dell’ottocento fondarono, presso l’ex-convento della Madonna delle Grazie, il Convitto che fu tale per gli studenti esterni, ma funzionava anche da scuola superiore per gli studenti della città e si trasformò, nel tempo, nel Liceo classico “Pietro Colonna”, che attirava studenti da tutta la provincia per l’elevato livello del corpo docente
Il tessuto urbano di Galatina è caratterizzato dal Borgo antico o centro storico, racchiuso entro le mura del XVI° secolo, ora scarsamente visibili perché inglobate nelle abitazioni. Delle originali cinque porte della città è possibile ammirare ancora oggi solo Porta Nuova (a nord), Porta Luce (a ovest) e Porta Cappuccini (a est).
La città nuova si è sviluppata ad ovest, verso Gallipoli, sul colle di S. Sebastiano e ad est verso Soleto, ma ovviamente la parte di maggior interesse artistico è quella che si trova entro le mura.
Il borgo antico è caratterizzato sia da abitazioni di tipo vagamente orientale, sia da palazzi risalenti al settecento, di notevole raffinatezza artistica, espressa in particolare nei portali maestosi sormontati dagli stemmi delle famiglie che li abitavano. Balconi mensolati spesso con ringhiere in ferro battuto di notevole pregio e finestre vaporose di motivi decorativi, completano ed arricchiscono la facciata dei palazzi.
Attraversando i portali si entra nelle corti interne, dove una volta venivano “parcheggiate” le carrozze padronali. Tali cortili interni erano circondati dalle stalle dove si tenevano i cavalli.
Scaloni, spesso di ottima fattura portavano ai piani superiori dove abitavano i signori dell’epoca.
La maggior parte di questi palazzi sono stati restaurati in maniera egregia e costituiscono la meta di numerosi turisti. Ricordo fra i tanti il palazzo Vinella, con la corte omonima, il palazzo Scrimieri, ed i palazzi Bardoscia-Lubelli, Tanza, Galluccio, Mongiò, per citare solo alcuni di quelli che meritano di essere visitati.
Da vedere anche quello che rimane del castello ducale dei Castriota. Il palazzo si affaccia in piazza Alighieri e nel seicento faceva parte delle vecchie mura.
Un discorso a parte merita la Chiesa di S. Caterina una delle più belle chiese del Salento. La facciata è tipicamente Romanica, dotata di un gran rosone centrale, con tre ingressi, dei quali quello centrale è sormontato da un protiro, retto da due agili colonne.
La facciata romanica è bella ma non lascia minimamente presagire la verticalità di puro stampo gotico che ci colpisce non appena varcato l’ingresso. Lo slancio verticale delle strutture interne e soprattutto l’esplosione di colori delle pareti affrescate, contrastano vivacemente con la semplicità della facciata romanica e fanno di S. Caterina un unicum nel panorama artistico, non solo pugliese, ma anche italiano. Gli affreschi interni, restaurati con molta maestria, negli ultimi anni, sono molto belli per i colori e la vivacità delle scene dipinte.

Si concentrano, tali affreschi, nella navata principale suddivisa in quattro campate, Nella prima di queste si susseguono le scene dell’Apocalisse, nella seconda le scene della Genesi sovrastate dal trionfo della Chiesa, nella terza campata sono affrescate le scene della Vita e del Martirio di S.Caterina d’Alessandria ed infine sono affrescati gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa.
Non si conoscono i nome dei valenti artisti che hanno affrescato la chiesa, si pensa che provenissero dall’Italia centrale (Toscana, Umbria) e comunque appare evidente la presenza della cultura artistica francescana, assieme ad echi tardo-gotici e senesi.
Visitate Galatina, non ve ne pentirete.

Alessandro Zuccalà (Galatinese entusiasta)