Gita a Vigevano – Casa dello stiletto

Gita a Vigevano – Casa dello stiletto

In una fredda e nebbiosa mattina d’inverno, abbiamo deciso di seguire il consiglio di Pierangela, l’insegnante di Nigel, per visitare Vigevano e la casa dello stiletto.

Da Gavirate ci vuole circa un’ora per raggiungere Vigevano, una città poco conosciuta da molti di noi australiani, ma abbastanza famosa tra gli italiani. Viaggiando tra le risaie e le raffinerie di petrolio della Provincia di Pavia, siamo arrivati a Vigevano verso le nove del mattino, pronti ad esplorare la città e scoprirne i segreti.

La nebbia copriva fitta e bassa la Piazza Ducale. L’unica altra cosa che riempiva l’aria era l’inconfondibile aroma del caffè appena macinato e dell’espresso per i clienti abituali nel bar vicino. Siamo entrati in quel bar e subito siamo stati accolti con il solito caldo “buongiorno” dal barista, un uomo grosso, calvo, vestito con la solita camicia bianca e il papillon nero. Scambiando un “buongiorno” altrettanto enfatico, ci siamo avvicinati verso il bancone, fatto di legno e in sintonia con tutto l’arredamento del posto. Vicino al bancone erano radunate una ventina di persone, tutte in piedi a bere il caffè e tutte a parlare l’uno sull’altro, ognuna con un timbro di voce più forte dell’altro. Ho notato tre cestini di vari tipi di dolcificanti distanziati uniformemente lungo il bancone mentre ordinavo un espresso e un cappuccino senza schiuma (abbiamo scoperto che l’unico modo per ottenere un “flat white” in Italia è ordinarlo in questo modo). Durante la nostra permanenza in Italia, fortunatamente siamo diventati immuni agli sguardi di disapprovazione della maggior parte dei baristi quando chiediamo un cappuccino senza schiuma, anche se questa volta, l’espressione di questo barista non ha tradito alcun giudizio personale riguardo al nostro ordine.

Energizzati dalla botta di caffeina, ci siamo catapultati fuori dal bar sulla Piazza. La Piazza Ducale è uno dei migliori esempi di piazza rinascimentale e venne costruita tra il 1492 e il 1494 per volere di Ludovico Sforza, duca di Milano. Il Duca voleva trasformare la città in “una seconda Milano” ed è per questo motivo che Bramante e Leonardo da Vinci trascorsero parecchio tempo sia a Milano che a Vigevano. Nessun altro luogo al mondo ha ospitato allo stesso tempo il più grande pittore e il più grande architetto dell’epoca. Ideata dal Bramante con l’aiuto di Leonardo da Vinci, la Piazza Ducale è l’ingresso d’onore all’imponente Castello Sforzesco, per estensione uno dei più grandi castelli d’Europa.

Dietro i portici della Piazza che corrono lungo tre lati della Piazza e sono decorati con affreschi risalenti agli inizi del 20° secolo, si trova il famoso simbolo di Vigevano, la Torre del Bramante. La Torre prende il nome dal famoso architetto rinascimentale, Donato Bramante, noto anche per aver progettato la Basilica di San Pietro insieme a Bernini, Maderno e Michelangelo. Il quarto lato della Piazza presenta la straordinaria facciata barocca concava del Duomo di Vigevano che è dedicato a Sant’Ambrogio.

Poco distante dalla Piazza si trova il museo della scarpa “Pietro Bertolini”. È l’unico museo pubblico in Italia dedicato alla storia e all’evoluzione delle scarpe ed era per questo motivo che eravamo venuti a Vigevano. E’ situato all’ombra della Torre del Bramante, nel quattrocentesco Castello Sforzesco. Il museo è molto modesto all’esterno, ma, all’interno, il museo è tutta un’altra storia! Vi si trova l’intera storia della scarpa con la sua evoluzione da oggetto di uso comune a oggetto di design e di moda e il suo ruolo nella storia e nell’economia di Vigevano alla cui fioritura ha enormemente influito.

Il museo ha diverse sezioni tematiche: storia, moda e design, etnia e altre curiosità relative alle calzature. Tracce dell’arte calzaturiera esistono a Vigevano fin dal 14° secolo, una vocazione che ha continuato a crescere negli anni, facendosi strada verso i mercati internazionali. Nel 1866 i fratelli Bocca aprirono il primo calzaturificio industriale della città, mentre nel 1901 Antonio Ferrari fu il primo italiano ad aprire un’attività di produzione di macchinari per calzature. E chi l’avrebbe mai detto che nel 1929 Vigevano sarebbe diventata la prima città italiana a produrre scarpe da tennis in gomma? Non c’era da meravigliarsi che tennisti come Umberto De Morpurgo, Giorgio De Stefani e Giuseppe Merlo brillassero nel circuito internazionale del tennis già negli anni ’30!

Era il 1953 e a Vigevano nascevano le prime scarpe con il tacco a spillo, cioè scarpe con tacchi alti 8/10 centimetri. Le pubblicità dicevano che all’epoca i tacchi si facevano solo in legno, ma, essendo quelli a spillo piuttosto sottili, la geniale soluzione degli abili artigiani di Vigevano fu di fare la base in alluminio, materiale più resistente, che non si sarebbe spezzato come il legno. Un’altra curiosità è che, nella sua lunga tradizione calzaturiera, Vigevano ha sempre avuto il privilegio di fornire scarpe ai Pontefici. I migliori artigiani vigevanesi hanno perciò ricevuto alcune calzature indossate dai vari Papi, da utilizzare come modello per realizzarne di nuove. Tali modelli, raccolti dalla confraternita dei calzaturieri “Consorzio dei Santi Crispino e Crispiniano”, sono esposti nel museo. Alle calzature di Pio XI, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II si aggiunge la copia del paio offerto dal Calzaturificio Moreschi a Papa Benedetto XVI in occasione della sua visita a Vigevano nel 2007.

Inutile dire che, dopo tutto ciò che avevamo visto a Vigevano, le tracce di Leonardo, la Piazza Ducale con i suoi favolosi affreschi, la Torre del Bramante e l’eccezionale storia delle scarpe, siamo stati assaliti da un forte appetito soddisfatto e accompagnato da un bel calice di vino rosso. Solo così potevamo digerire la meraviglia che è Vigevano.

Michael Palic (Inviato in Italia)