Il Mandolino: le origini e la sua diffusione

Il Mandolino: le origini e la sua diffusione

Ci sono molte cose e infinite condizioni che identificano l’immagine dell’Italia.

In campo artistico, a partire da Michelangelo, Bernini, Raffaello e Caravaggio fino ai più recenti Lucio Fontana, Giacomo Balla e Mimmo Paladino. Nella Musica classica, da Vivaldi e Verdi fino Rota e Morricone, e nella Canzone popolare, da O Sole mio a Volare. Nella gastronomia ed enologia, sono infiniti i prodotti italiani conosciuti in tutto il mondo e non posso citarli tutti, ma credo che non serva. Nel Cinema, da Fellini a Benigni. Nello Sport, una per tutti la Ferrari. Nella Scienza, da Leonardo a Fermi e Rubbia. Per non parlare delle bellezze naturali, come le Alpi, le Cinque Terre, i tantissimi borghi sparsi dovunque e tutte le coste, specie del Sud e delle Isole grandi e piccole d’Italia. E cosa dire dei monumenti, dal Colosseo, alla Torre di Pisa, alla Cappella San Severo con il Cristo Velato ed alla Cappella Palatina. Periodi storici fondamentali per l’umanità, dall’antica Roma al Rinascimento. Non si può dimenticare la Letteratura, da Dante Alighieri a Dario Fo e Umberto Eco. Mi fermo qui e purtroppo ho tralasciato infinite cose.

Per onestà, devo dire che ci sono anche cose negative che talvolta identificano l’Italia. Mi riferisco alla malavita organizzata e poco consola che “espressioni” del genere si registrano in tutto il mondo con aspetti formali diversi, ma sostanziali identici.

Ci sono poi altre cose, forse meno conosciute di quelle prima citate, ma che identificano anch’esse lo Spirito e la Cultura italiana.

Paul Gauguin Autoritratto con Mandolino, 1889

Oggi infatti parliamo del Mandolino, uno strumento cordofono di origine italiana e diffuso in tutto il mondo, spesso assumendo anche aspetti esteriori differenti dall’originale.

Il Mandolino ha due parti fondamentali: il Manico, con la tastiera, e il Corpo, la cassa armonica panciuta a goccia, a doghe, provvista ovviamente di una buca, o foro di risonanza. Nella sua forma classica ha 4 corde.

I tipi di legno adoperati, a seconda delle varie parti e delle diverse preferenze, sono l’abete rosso, l’acero, il mogano, il noce e il palissandro.

L’origine del Mandolino si colloca nella prima metà del XVII secolo. La sua produzione inizia nel Settecento, per opera della famiglia napoletana Vinaccia, che per prima adoperò le corde d’acciaio, invece che di ottone. La famiglia Calace, di origini lucane, ma trasferitasi presto a Napoli, contribuì alla diffusione dello strumento, definendone anche la forma attuale nel XIX secolo.

Il Mandolino Classico, detto anche Napoletano, ha un repertorio musicale pressoché illimitato. Ogni tipo di musica si adatta a questo strumento: popolare, classica, folkloristica, jazz e altre. Venne inizialmente utilizzato nella musica popolare, ma presto trovò spazio anche nell’ambito della musica colta.  Ricordiamo il Concerto per Mandolino in Do maggiore Op.3 n.6 e due Concerti per due Mandolini ed orchestra di Antonio Vivaldi (1678-1741), Quattro sonatine di Beethoven (1770-1827), mentre Mozart (1756-1791) lo inserì nell’opera Don Giovanni.

Molti sono i tipi di Mandolino che sono nati dall’evoluzione di quello classico, napoletano, nel corso dei decenni e a seconda delle zone dove venivano utilizzati.

Il Mandolino nordico italiano (brianzolo) ha un disegno pressoché identico al precedente, ma con il fondo piatto anziché bombato.

Il Mandolino portoghese, chiamato anche bandolim, ha la forma della cassa decisamente più larga dei modelli classici ed assume una sagoma piriforme.

Molti altri tipi sono nati negli anni in Europa.

Il Mandolino ebbe una larga diffusione e una evoluzione fuori dall’Italia tra il 1880 e il 1930, quando vi fu una larga emigrazione verso le Americhe, specie dei connazionali meridionali, che spesso portavano con loro strumenti musicali e in particolare Mandolini.

Vi fu quindi anche la necessità di riparare i vecchi strumenti e anche di produrne dei nuovi, vista la loro grande diffusione. Orville Gibson, residente a Kalamazoo, in Michigan, possedeva una bottega da liutaio ed ottenne il suo primo brevetto per un Mandolino nel 1898. Nel 1902 fondò la Gibson Mandolin-Guitar Manufacturing Company, oggi nota come la Gibson Brands Inc.

L’influenza di Gibson nella costruzione del Mandolino americano divenne fondamentale e ne venne anche modificata la forma, facendolo assomigliare al violino, con la tavola scolpita e arcuata.

Concerto (I Musici)

Le orchestre con Mandolini divennero presto popolari nelle sale da concerto e lo strumento fu prodotto ed acquistabile diffusamente. Tutti i tipi di Musiche che nascevano e si diffondevano in quei decenni e in quelli successivi, avevano nel Mandolino, o nei suoi derivati, uno strumento particolarmente utile e usato.

Citare tutti i musicisti che nel corso degli anni hanno dato lustro al Mandolino è praticamente impossibile. Tra i più importanti del Novecento ricordiamo Raffaele Calace, Michele Salvatore Ciociano e Giuseppe Anedda. Molti sono gli italiani che nella musica classica e classico-contemporanea hanno fatto del Mandolino il loro strumento di elezione: tra questi, Mauro Squillante, Ugo Orlandi, Carlo Aonzo, Dorina Frati, Duilio Galfetti.

E’ anche importante ricordare come il Mandolino abbia avuto nei secoli l’attenzione di molti pittori e artisti in genere, comparendo in molte opere pittoriche, come Caravaggio, Paul Gauguin, Camille Corot, Pablo Picasso, Fernando Botero e tanti altri.

Con piacere segnalo il documentario/lezione del Maestro Carlo Aonzo, che per due volte abbiamo avuto il piacere di ascoltare a Canberra, che racconta la storia del Mandolino e ci fa ascoltare della sua bella musica https://www.youtube.com/watch?v=6h4qxK12leo&t=1313s

Luigi Catizone