Quanto Basta, ovvero q.b.

Quanto Basta, ovvero q.b.

Pellegrino Artusi ha scritto il suo Manuale pratico per le famiglie, con le sue 790 ricette, avvertendo subito, già nella prefazione, che “la cucina è una bricconcella… per riuscire basta la passione… il miglior maestro è la pratica…

Allora un volonteroso si organizza con le miglior intenzioni e sceglie le prime ricette su cui cimentarsi, ma c’è spesso una “fatale” dicitura che può mettere subito in crisi i neofiti: “quanto basta” (q. b.). In inglese si può tradurre con As needed oppure con Just enough.

Qualche esempio: Torta Svizzera, ricetta 583, sale q.b.; Pasticcio di lepre, ricetta 372, brodo q.b.. E ancora, spesso si trova: Acqua q.b., Latte q.b. e così via.

Ma quanto ne basta?

Per inciso, ricordo che questo è anche il dilemma del giovane protagonista del delizioso film intitolato appunto “Quanto basta” e presentato qui a Canberra qualche tempo fa.

A causa di questa dicitura, subentra infatti un elemento soggettivo che potrebbe compromettere la riuscita della ricetta, i cui principali ingredienti sono invece di solito accuratamente pesati e indicati.

Il mio q.b. sarà quello giusto o quello a cui pensava il nostro Artusi?

Non c’è scampo! Bisogna provare e nel caso ritentare, fino a trovare il giusto q.b.

Ovviamente parlo per me, cuoca molto inesperta, non fidandomi di queste generiche informazioni che inoltre potrebbero variare da una volta all’altra, secondo l’umore o l’attenzione del momento, proverò a codificare la quantità esatta, insomma il giusto q.b. per le mie nipotine se vorranno seguirmi nelle ricette che avrò sperimentato.

Segnalo inoltre che può capitare di trovare dei ristoranti che si chiamano proprio “Quanto basta”, non solo in Italia (per esempio, a Venezia, Bari e Sorrento), ma talvolta anche all’estero (Wilmington, North Caroline, USA) e… pensate che basti per onorare Pellegrino Artusi?

Sandra Zucchini Catizone