C’è Museo e Museo

Se parliamo di Musei, subito il pensiero va alle grandi istituzioni che raccolgono collezioni d’arte di ogni tempo, tendenza e autore: la Galleria degli Uffizi a Firenze, i Musei Vaticani a Roma, il Louvre a Parigi, tanto per citarne alcuni, anche se poi, sparsi ovunque, ci sono tante altre perle preziose.

Ma ci sono anche i Musei d’impresa.

Cosa sono? “Lo scrigno” per evidenziare il meglio dei prodotti e della cultura del Made in Italy.

A cosa servono? “A dare tangibilità ad una storia intangibile”.

Sono infatti luoghi (vivi, sempre in divenire e visitabili gratuitamente) in cui alcune aziende di eccellenza narrano, tra tradizione, innovazione, esperienze, arte pubblicitaria, la propria storia.

Tabella tratta dalla Rivista Touring del TCI (Novembre 2019)

Dove sono? Su tutto il territorio nazionale, come da tabella, anche se poi la maggior parte, quasi il 40%, è in Lombardia.

Coprono poi varie categorie: dal cibo, ai motori, al design, alla moda.

Citiamo, tanto per fare solo alcuni esempi, il Museo Cozzi a Legnano(Mi), con una importante collezione privata di auto Alfa Romeo, o il Museo della calzatura a Villa Foscarini Rossi che espone all’ammirazione del pubblico oltre1600 modelli di scarpe femminili di lusso e di ogni marca e si trova a Stra, tra Padova e Venezia, lungo il fiume Brenta, in un contesto prestigioso che risale al 1600!

Ancora segnaliamo a Firenze il Museo Salvatore Ferragamo, particolarmente sensibile al rapporto tra industria e sostenibilità ambientale e già per questa attenzione merita un plauso.

Ricordiamo pure il progetto Motor Valley che si estende su un ampio territorio dell’Emilia -Romagna e comprende, tra l’altro, i Musei Ducati e Lamborghini a Bologna.

Questi Musei raccontano e dimostrano con le loro esposizioni e raccolte preziose che la sintesi di qualità e bellezza dei manufatti italiani è una carta totalmente vincente, ravvivata dal boom economico del secondo dopoguerra.

Attraverso il viaggio nella imprenditoria che questi Musei ci fanno fare, riscopriamo con orgoglio che abbiamo primeggiato nella meccanica, nell’industria della gomma, con Pirelli, prima tra tutte, o ancora nella chimica.

A tal proposito, vogliamo sottolineare che la plastica “è una invenzione italiana che fece guadagnare il Premio Nobel per la chimica a Giulio Natta nel 1963, ma quasi nessuno lo sa o lo ricorda”.

“La memoria è importante e le imprese e ancor più i Musei d’Impresa devono salvaguardare il racconto di sé.”

Ultimando a questo punto la presentazione del valore di quanto queste imprese hanno fatto e fanno per la crescita economica, sociale e civile dell’Italia, aggiungo che, con la pubblicità e l’elaborazione di magnifici cartelloni pubblicitari, hanno innovato anche il design e il gusto artistico, richiedendo spesso la collaborazione di importanti artisti e cito tra tutti Dudovich o Fortunato Depero..

Voglio però ora soffermarmi in particolare sul Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli” di Rossano Calabro che ho recentemente visitato e mi è rimasto nel cuore.

Il Museo è nato nel 2001, ma, udite udite, racconta la storia di una famiglia che risale all’anno Mille!

La visita segna un ritorno al passato tra profumi, macchinari, oggetti vari di un tempo che fu.

La liquirizia, (glycyrrhiza glabra) con i suoi rami sotterranei che poi degustiamo, cresce spontanea sulla costa ionica della Calabria ed è ora Liquirizia di Calabria DOP.

Nella grande area museale detta del Concio, risalente al 1731, troviamo covoni di radice raccolta e pronta per essere lavorata nei “cuocitori” dove si crea una densa pasta nera, di Liquirizia appunto, che poi le trafile in bronzo lavorano, dando forma e spessore a questa massa informe, ma profumaaaata e tentatrice.

Nel Liquorice shop, possiamo però abbandonarci completamente alle tentazioni, non solo per il palato, ma anche per gli occhi, visto il fascino retrò delle varie confezioni di prodotti: dal bastoncino di legno grezzo (un must!!) ai vari altri prodotti all’arancia, limone, violetta…

Quindi non resta che godere di questa esperienza, che per me è stata davvero una sorpresa ed è rimasta tra i ricordi più belli di un viaggio nel profondo sud d’Italia.

Da ultimo, a significare la grande importanza storica di questa Impresa, voglio ricordare che nel 2006 è stato dedicato al suddetto Museo un francobollo, nella serie filatelica dedicata al “patrimonio artistico e culturale Italiano”

Ancora, la documentazione della storia della Famiglia Amarelli è stata dichiarata di “alto interesse storico“ dal Ministero per i beni culturali nel 2012, quindi what else?

Sandra Zucchini Catizone