Corrispondenti dall’Italia: I Trulli di Alberobello

Corrispondenti dall’Italia: I Trulli di Alberobello

I trulli, il cui nome deriva dal greco τρούλος (“cupola”), sono tipiche abitazioni in pietra calcarea presenti in Puglia, ancor oggi utilizzati come abitazioni. Sono esempi straordinari di edilizia in pietra a secco a lastre, una tecnica risalente all’epoca preistorica. Già in questo periodo, infatti, erano presenti nella Valle d’Itria degli insediamenti e iniziarono a diffondersi i tholos, tipiche costruzioni a volta usate per seppellire i defunti. Sebbene i trulli rurali siano sparsi per tutta la Valle d’Itria, la massima concentrazione di esemplari meglio conservati di questa forma architettonica si trova nella cittadina di Alberobello, in provincia di Bari, con più di 1500 strutture nei rioni di Monti e Aja Piccola. Alberobello è considerata a tutti gli effetti la “Capitale dei Trulli”. A metà del XVI secolo l’area di Monti era già occupata da una quarantina di trulli ma fu solo intorno al 1620 che Alberobello acquisì la fisionomia di un insediamento indipendente dalla vicina Noci, arrivando a contare circa 3500 persone verso la fine del XVIII secolo. Nel 1797 il villaggio ottenne dal Re di Napoli Ferdinando IV di Borbone il titolo di città reale. Il nome attuale deriva dal latino medievale della Regione, “silva arboris belli”.  Il trullo nasce come tipica costruzione a uso dei contadini che lavoravano la terra per il padrone, in modo da poter avere un posto per dormire e tenere gli attrezzi di lavoro. L’area boscosa su cui oggi sorge Alberobello passò nel XIV secolo al Conte di Conversano per i suoi servigi resi durante le Crociate su ordine di Roberto d’Angiò, principe di Taranto e poi re di Napoli dal 1309 al 1343. Il Conte vi fece insediare numerosi contadini che potevano usufruire di diversi benefici, come la possibilità di realizzare dei rifugi purché non venissero usati dei leganti idraulici come la malta: dovevano utilizzare solo murature a secco. Tale condizione venne imposta in quanto avrebbe evitato il pagamento di tasse sui nuovi insediamenti del Regno di Napoli, in quanto tali strutture potevano essere  rapidamente smontate in caso di ispezioni. Ciò, inoltre, rappresentava anche un buon deterrente per i proprietari riottosi.

La maggior parte degli storici tuttavia concorda che questa tecnica edilizia fosse legata, innanzitutto, alle condizioni geografiche del luogo, ricco di pietra calcarea utilizzata appunto nelle costruzioni. I trulli, quindi, rappresentano il più longevo esempio di architettura spontanea: sono delle tradizionali capanne in pietra a secco con il tetto composto da lastre incastonate a secco.  Erano costruiti in pietra calcarea lavorata grossolanamente, estratta durante gli scavi per la realizzazione di cisterne sotterranee, pietre raccolte nella campagna e da affioramenti rocciosi circostanti. Tali costruzioni hanno la caratteristica struttura rettangolare con tetto conico in pietre incastonate. La sommità della copertura conica del trullo termina con filari di chiancarelle di dimensioni minori. Esse sono bloccate dal Pinnacolo, elemento cuspidato, composto nella maggior parte dei casi da quattro elementi.

I tetti delle costruzioni recano spesso iscrizioni (Simboli) in cenere bianca dal significato mitologico o religioso, e terminano, come detto, con un Pinnacolo decorativo che aveva lo scopo di scacciare le influenze maligne o la sfortuna.

I muri imbiancati dei trulli sono edificati direttamente sulle fondamenta in pietra calcarea e realizzati con la tecnica della muratura a secco quindi, come detto, senza malta o cemento. Sui muri a doppio rivestimento con nucleo incoerente si apre una porta e piccole finestre.  Un focolare interno e delle alcove sono incastonati nelle spesse mura. Anche i tetti sono a doppio strato: un rivestimento interno a volta in pietre di forma conica, culminante in chiave di volta, ed un cono esterno impermeabile costituito da lastre di pietra calcarea, note come chianche o chiancarelle.

Nonostante la loro apparenza precaria, i trulli sono in realtà strutture con una straordinaria capacità statica. L’acqua viene raccolta tramite gronde sporgenti dalla base del tetto, dalle quali poi fluisce attraverso un canaletto fino a una cisterna sotto l’abitazione. Lo spessore delle mura e la loro particolare forma garantiscono, invece, un ottimale equilibrio termico: il calore viene conservato durante i lunghi mesi invernali mentre l’ambiente si mantiene fresco d’estate. Ciò li rende ancor oggi abitabili per tutto l’anno.

I trulli di Alberobello rappresentano, pertanto, uno spettacolo unico della cultura contadina pugliese tutto da ammirare in quanto realizzano un’atmosfera fiabesca impossibile da ritrovare in qualsiasi altra parte del mondo.

Nicla Capuano Giannattasio