TRIESTE E IL VENTO

TRIESTE E IL VENTO

La Bora

La Bora è Trieste, infatti tutti sappiamo che Trieste è la città della Bora e la Bora è il vento di Trieste.

La conformazione geografica della zona favorisce la sua origine. Vi è infatti l’altopiano Carsico, ampia regione rocciosa calcarea che si estende tra il Friuli-Venezia Giulia (provincia di Gorizia e Trieste), la Slovenia e la Croazia. La parte a ridosso di Trieste è detta Carso di Trieste o Carso Classico.

A causa delle grandi differenze di temperatura tra il Carso e il litorale, la Bora si forma sull’altopiano, scendendo verso il Golfo e rafforzandosi notevolmente, con raffiche che possono superare 150–160 km/h. Per questo è definito un vento catabatico, determinato cioè da masse d’aria fredda discendenti.

È un vento discontinuo, soffia cioè a raffiche, detti refoli. Sul golfo di Trieste, la direzione tipica della Bora è E-NE.

A Trieste viene chiamata Bora scura, in presenza di cielo coperto, pioggia o neve oppure Bora chiara, se il cielo è sereno. Può comparire durante tutto l’anno, ma più spesso in inverno.

La sua presenza modifica l’aspetto della città, con l’aria che diventa più chiara e cristallina, con il mare che acquista un vivace moto ondoso e di deriva, con suoni, colori e riflessi inusuali, con onde alte che spazzano violentemente il litorale.

Si dice che influenzi anche gli umori dei triestini, scatenando le loro emozioni e modificandone gli umori, agitando ed elettrizzando le menti. Si dice anche bonariamente che i Triestini sono un po’ matti perché hanno la Bora. Con l’aggettivo dialettale “imborezà”, che deriva da “Bora”, si indica una persona “agitata, eccitata”, ma non necessariamente in senso negativo.

Scrittori e poeti hanno dedicato alla Bora versi e brani, quasi fosse un personaggio in carne ed ossa. Forse in effetti è ancora di più: per molti è il respiro di Trieste.

Un antico detto dei vecchi della Venezia Giulia, soprattutto fiumani e triestini, diceva che “la Bora nasce a Segna, si sposa a Fiume e muore a Trieste. Un altro detto tipicamente triestino dice: “la Bora nassi in Dalmazia, la se scadena a Trieste e la mori a Venezia” (la Bora nasce in Dalmazia, si scatena a Trieste e muore a Venezia).

Se nel Golfo di Trieste la Bora si esprime al massimo della sua potenza, può, con forza ridotta, interessare altre località delle Provincie di Gorizia e di Udine. Non raramente, sempre attenuato rispetto a Trieste, può raggiungere le coste adriatiche della Slovenia e Croazia, talvolta arrivando fino all’Albania.

Visitando Trieste, si vedono i segni della Bora, anche quando non c’è: lungo i muri si possono trovare dei corrimani che servono a restare in piedi quando soffia la Bora; ci sono ancora delle finestre sporgenti che servivano a guardare in strada nelle giornate di vento senza esporsi ad esso; le antenne sono spesso piegate a favore di vento per avere minore impatto con esso; ci sono camini rotanti per evitare che il fumo rientri in casa e specie in collina si trovano alberi modellati dalla forza del vento.

Si consiglia di visitare il Museo della Bora, inaugurato nel 2004. È il luogo che celebra i venti e raccoglie testimonianze, libri, oggetti curiosi e pezzi di storia di Trieste. Qui si trovano anche le vecchie corde, che venivano messe lungo le strade nei tratti più esposti, per aiutare i passanti a reggersi in piedi. Ci sono articoli di giornale che raccontano episodi del passato legati alla Bora, foto d’epoca e opere d’arte a tema.

 

La Barcolana

Andare per mare in barca a vela richiede non solo la presenza del vento, ma anche la sua conoscenza, per sfruttarne al massimo la forza.

Trieste, città del vento per antonomasia, ha la più grande Regata velica internazionale che si tiene ogni anno nel suo Golfo nella seconda domenica di ottobre e si chiama la Barcolana.

Di essa abbiamo già parlato a pagina 21 del numero Nov-Dic 2019 del nostro Dante Review (http://danteact.org.au/wp-content/uploads/2019/10/Novembre-Dicembre-website.pdf) .

Di solito partecipano oltre 2500 imbarcazioni. Il 13 ottobre si tenne l’edizione del 2019 e fu caratterizzata dalla totale assenza di vento, rendendo molto problematico lo svolgersi della gara.

La regata è di circa 15 miglia a vertici fissi e descrive un quadrilatero, partendo dal Castello di Miramare e arrivando alla sede della Società Velica di Barcola e Grignano.

Di solito partecipano oltre 2500 imbarcazioni. Il 13 ottobre si tenne l’edizione del 2019 e fu caratterizzata dalla totale assenza di vento, rendendo molto problematico lo svolgersi della gara.

Quest’anno, 2020, doveva svolgersi l’11 ottobre ed erano iscritte 1424 barche, un bel numero nonostante la pandemia. Purtroppo è stata invece sospesa, per la prima volta dopo 52 anni dalla sua nascita, a causa del mare in burrasca.

Luigi Catizone